lunedì 28 novembre 2011

Sistema Smaltimento Rifiuti



IL  (RI)CICLO  DEI RIFIUTI


Come sono fatti i nostri rifiuti

 I rifiuti sono tutte quelle sostanze e quegli oggetti che vengono scartati dall'uomo una volta utilizzati.Quindi, ogni cosa che possediamo (dalle scarpe al telefonino) ed ogni oggetto che produciamo diventerà rifiuto o produce rifiuti.
La legislazione europea e italiana definiscono in maniara chiara ogni tipologia di rifiuto, suddividendoli principalmente in due grandi categorie: i rifiuti speciali ed industriali e i rifiuti solidi urbani (RSU).
E' molto importante, quindi, sapere come sono fatti gli oggetti che utilizziamo, per potere, una volta terminato il loro utilizzo, avviarli ad un corretto smaltimento, ed evitare così di ritrovarceli in discarica o, peggio, sotto forma di nanoparticelle una volta inceneriti.
Guarda quanto impiegano i nostri rifiuti, se gettati nell'ambiente, a biodegradarsi:
Fazzolettino di carta: 4 settimane
Giornale: 6 settimane
Maglia di lana: 10 mesi
Rivista (periodici): 10 mesi
Sigaretta (mozzicone): 2 anni
Chewing-gum: 5 anni
Barattolo di latta: 50 anni
Contenitore di polistirolo: 50 anni
Lattina di alluminio: 100 anni
Sacchetto di plastica: 500 anni
Tessuto sintetico: 500 anni
Bottiglia di plastica: fino a 1.000 anni
Bottiglia di vetro: tempo indeterminato

Come produrre meno rifiuti

Il problema dello smaltimento dei rifiuti sta diventando una priorità nell'agenda degli amministratori a livello globale: discariche, inceneritori e abbandono indiscriminato sul territorio di ogni tipo di rifiuto sono diventati vere e proprie emergenze sociali oltre che ambientali.



La risoluzione di questo problema è contenuta  in 2 concetti:
- riduzione alla fonte
- raccolta differenziata.

Molte aziende iniziano a porsi il problema dello smaltimento dei propri imballaggi, ma noi possiamo dare un impulso ulteriore e importante alla riduzione alla fonte dei rifiuti. Per esempio, rifornendoci con prodotti alla spina (detersivi alla spina, latte alla spina) un servizio che si sta sviluppando sempre più su tutto il territorio nazionale e che permetterebbe di eliminare 4,5 kg di plastica e 6,9 kg di tetrapak a testa ogni anno (11,4 kg!). E ancora, leggere il giornale via internet per risparmiare 70 kg a testa ogni anno.

La raccolta differenziata è il metodo più economico ed ambientalmente sostenibile di gestire i rifiuti. Il suo indotto crea occupazione sul territorio, valorizza ciò che scartiamo veicolando anche un messaggio sociale importante, inquina poco, è facilmente controllabile dai cittadini stessi e, cosa molto importante, permette di recuperare dal 65 al 85% dei RSU (rifiuti solidi urbani).

La raccolta differenziata valorizza il rifiuto perchè lo recupera e lo rigenera, consumando molta meno energia nel processo di riciclo rispetto alla produzione da materie prime. Crea ricchezza, perchè il rifiuto vale, e risponde a vere proprie regole di mercato e rispetta l'ambiente perchè non lascia l'onere di smaltire i rifiuti alla natura.


I materiali riciclabili

]I materiali riciclabili sono tutti i rifiuti che possono venire riutilizzati per produrre nuovi oggetti uguali allo scarto (vetro, carta) oppure utilizzati per produrre nuovi materiali (legno, tessuti).

Le materie prime che possono essere riciclate sono:
legno
vetro
carta e cartone
tessuti
pneumatici
alluminio
acciaio
plastica

Come funziona un impianto di selezione

I moderni impianti di trattamento dei rifiuti, o di selezione o, nell'esempio più moderno ed efficiente i sistemi integrati di trattamento e smaltimento rifiuti, rappresentano l'ideale anello di congiunzione tra i cittadini (che effettuano la raccolta differenziata) ed i produttori finali di materiale riciclato. Sono in sostanza dei siti che "puliscono" i rifiuti da raccolta differenziata e li avviano privi di materiale estraneo agli impianti produttivi.
Sono fondamentali nel processo di riciclo, poichè uno dei maggiori problemi nella raccolta differenziata è legato alla presenza di materiale estraneo nelle diverse tipologie di rifiuto (per esempio la ceramica nel vetro, o il nylon nella carta).


Il ciclo (o riciclo) della carta.

Esistono appositi macchinari che macerano la carta, il cartone e il cartoncino provenienti dalla raccolta differenziata, ottenendo una pasta omogenea con la quale si possono produrre nuovo materiali cellulosici.

La carta da macero (composta da imballaggi in carta, cartone e cartoncino oltre che giornali, riviste, dépliant, libri, archivi cartacei e corrispondenza) viene spesso sottoposta a un processo di selezione per renderla meglio utilizzabile dalle cartiere.
Il processo di selezione avviene nelle “piattaforme di selezione”, impianti nei quali si provvede a eliminare le impurità (plastica, spille metalliche, ecc.), a effettuare la cernita dei materiali e la pressatura dei maceri.
I materiali così selezionati, pressati in grandi balle, vengono affidati alle cartiere per le successive lavorazioni.

In cartiera i maceri vengono gettati nella vasca piena d’acqua di un apposito macchinario, chiamato in inglese “pulper” (letteralmente “spappolatore”), che ha la funzione di separare fra loro le fibre.
Sul fondo dalla vasca del pulper potenti pale rotanti creano un moto vorticoso che provoca lo sfaldamento del materiale cartaceo introdotto, riducendolo in fibre elementari.
Il prodotto finale è denominato “sospensione” e consiste in una poltiglia di fibre in sospensione acquosa al 4% circa.
La pasta così ottenuta deve essere sottoposta ad alcuni trattamenti specifici finalizzati a eliminare tutti gli eventuali materiali estranei ancora presenti (chiamati “contaminanti”) come plastica, vetro, ferro, colle, paraffina, ecc., la cui presenza può creare problemi produttivi e condizionare gravemente la qualità del prodotto finito.
Se si intende produrre carta con un buon grado di bianco si deve anche ricorrere anche a un trattamento di “disinchiostrazione”, vale a dire all'eliminazione di inchiostri, vernici e smalti.
Una volta terminati tutti questi trattamenti, l'impasto così ottenuto può essere utilizzato, nelle fasi successive della lavorazione, per produrre carta, cartone e cartoncino.

Che cos’è il CDR

Il CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) è un combustibile solido triturato secco ottenuto dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, raccolto generalmente in blocchi denominati ecoballe.
Eliminati i materiali riciclabili (vetro, metalli, carta) e la parte non combustibile, la porzione restante dei rifiuti viene separata in base al grado di umidità.
Al termine del processo di selezione il residuo secco dei rifiuti viene triturato e trasformato in combustibile ed utilizzato negli impianti inceneritori dotati di sistemi di recupero dell'energia prodotta dalla combustione.


Come funziona una moderna discarica

La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane.

La normativa italiana prevede tre diverse tipologie di discarica:
     Discarica per rifiuti inerti
     Discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quail i Rifiuti Solidi Urbani)
     Discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori)

L'UE dà questa indicazione: "L'uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve essere assolutamente evitato."

L'Unione Europea ha tra l'altro stabilito, con la direttiva 99/31/CE, che in discarica debbano finire solo materiali a basso contenuto di carbonio organico e materiali non riciclabili: in sostanza, dando priorità al recupero, la direttiva prevede il compostaggio(processo di decomposizione naturale delle materie organiche (come gli scarti di cucina) per opera di organismi come funghi, insetti, lombrichi)  ed il riciclo quali strategie primarie per lo smaltimento dei rifiuti.

I residui di molti rifiuti, soprattutto di RSU organici, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso i naturali processi di decomposizione anaerobica, producono numerosi liquami (percolato) altamente contaminanti per il terreno e le falde acquifere.

Poichè i tempi di degradabilità di molti materiali indifferenziati solitamente conferiti in discarica (per esempio plastica e rifiuti pericolosi) sono lunghissimi, tracce di queste sostanze potranno essere presenti fino a 1000 anni dopo la chiusura della discarica stessa: ecco perchè è importante differenziarli.

Le emissioni di gas possono essere ridotte o eliminate mediante tecniche costruttive specifiche e con il pretrattamento dei rifiuti: in particolare la raccolta differenziata della frazione umida e di tutto quanto è riciclabile.

Una discarica moderna deve essere realizzata secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generare energia.
Una discarica ben gestita non produce molto inquinamento, anche se vi sono comunque inconvenienti come la deturpazione del paesaggio (almeno finchè non viene chiusa e coperta con alberi) e la necessità di sorvegliare l'area per un certo periodo dopo la cessazione dell'attività.

 Il biogas è il prodotto finale della degradazione microbica della materia organica in assenza d'aria (anaerobica) che si verifica all'interno di una discarica.
L'estrazione del biogas (captazione) avviene mediante pozzi verticali, posizionati nel corpo della discarica e collegati mediante una rete di tubi ad un sistema di aspirazione.
Mediante gli aspiratori collocati sulla piattaforma di aspirazione, il biogas viene captato dai pozzi verticali ed inviato ad una centrale di cogenerazione, quindi diretto a motori in grado di azionare gruppi elettrogeni.
Il percolato, liquido che si genera in seguito a processi di lascivazione e fermentazione all'interno di una discarica, viene estratto da pozzi di captazione attraverso pompe ad immersione poste all'interno dei pozzi stessi. Una corretta gestione prevede il controllo mensile del percolato estratto.
Una volta estratto, il percolato viene raccolto in cisterne di stoccaggio e successivamente inviato presso impianti autorizzati al suo smaltimento.

In una moderna discarica, a protezione delle falde acquifere è previsto un sistema di monitoraggio costituito da pozzi  posti lungo il perimetro della discarica.

giovedì 24 novembre 2011

martedì 22 novembre 2011

Redazione giornalistica del progetto PON Leg(a)ali al Sud
Testata: Pagani Eco Compatibile 


Oggi 22 novembre 2011 nasce la redazione giornalistica della testata Pagani Eco Compatibile

Redattori Aree Protette della Campania:
Cascone Sara, De Maio Manuela, Falcone Maria Camilla, Attianese Giovanna

Redattori Bracconaggio:
Giorgio Maria, Pagano Maria, Ricciardi Chiara

Redattori Sistema smaltimento rifiuti:
Iuliano Sara, Nacchia Stefania, D'Apuzzo Chiara, Bottone Mariella